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UNA VERA ACCOGLIENZA IMPLICA UN`APERTURA VERSO L`ALTRO “Il presidente della Repubblica non può restare indifferente dinanzi a dubbi di irragionevolezza e di insostenibilità che un provvedimento di rilevante complessità ed evidente delicatezza solleva per taluni aspetti specie sul piano giuridico”. Così Giorgio Napolitano si rivolge al governo nella nota, lunga ben cinque pagine, seguita alla promulgazione del decreto sicurezza. Il Capo di Stato esprime “perplessità e preoccupazione”, in primo luogo per l’introduzione del reato d’immigrazione clandestina e delle ronde di cittadini, e in seguito per l’inadeguatezza tecnico giuridica del provvedimento, che per il suo “carattere così generale e onnicomprensivo della nozione di sicurezza posta a base della legge”, risulta inficiato dalla “disomogeneità e la estemporaneità di numerose sue previsioni che privano il provvedimento di quelle caratteristiche di sistematicità e organicità che avrebbero invece dovuto caratterizzarlo". Il Presidente della Camera dei Deputati Fini si è schierato con Napolitano, definendo «politicamente incisiva» la presa di posizione del Presidente della Repubblica. Berlusconi allora ribadisce che il governo farà «una riflessione e terremo conto delle osservazioni» e assicura che con il Presidente della Repubblica c’è «un rapporto di estrema cordialità e ci diciamo tutto in maniera esplicita». "Una vera accoglienza implica un’apertura verso l’altro, richiede un’apertura, una disponibilità a conoscerlo, ad ascoltarlo, a leggere in profondità le istanze della sua vita”: è questo uno dei passaggi più significativi di un’intervista al cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi, pubblicata dal quotidiano ‘La Stampa’ nella quale vengono affrontati i temi sollevati dall’approvazione in parlamento del cosiddetto ‘pacchetto sicurezza’ che introduce una serie di norme in materia di immigrazione. “Tutti vogliamo la sicurezza - dice il cardinale al suo intervistatore - ma c’è necessità di una sicurezza che sia umana e umanizzante, altrimenti ne escono enormemente penalizzate e sminuite le dimensioni della solidarietà e dell’accoglienza. L’importante è non mettere mai in discussione l’uguale valore di ogni persona”.
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