MANNA, MA NON DAL CIELO.
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C`è ancora qualcosa di misterioso, antico e sacro nella nostra terra; con la Delegata di Caltagirone dell`Accademia della Cucina, Tanina Bartoli Gravina, siamo andati a scoprirlo nel Parco delle Madonie. A Castelbuono, dopo aver ammirato la Cappella Palatina con gli stucchi dei Serpotta, all`interno del quattrocentesco Castello dei Ventimiglia, e dopo avere degustato le rinomate "dolcezze" dei fratelli Fiasconaro, siamo stati ospiti nell`agrituismo "Bergi", dove Daniela, la figlia del titolare, ci ha affascinato, parlandoci dell`apicoltura e della perfetta organizzazione delle api. A colazione, miele di agrumi, di eucaliptus, di millefiori, di cardo, di rovo, di sulla e tanti altri genuini dolci prodotti nella stessa azienda. Alla presenza del DCST per la Sicilia Occidentale, Beniamino Macaluso, e del Delegato di Cefalù, Nicola Nocilla, preceduto da una sentita presentazione della madonita Anna Baldanza sulla manna come cibo provvidenziale dato da Dio agli Israeliti durante l`attraversamento del deserto (Esodo cap. 16), sulla manna come simbolo profetico dell`Eucarestia (preghiera eucaristica "ecce panis"), ecco l`affascinante racconto di Giulio Gelardi da Pollina, esperto conoscitore e produttore di manna. (a seguire leggi la presentazione di Anna Baldanza) Partendo dal "contadinese", egli ha sperimentato, negli anni e nella pratica, i proverbi ed i modi di dire dei nostri contadini sulle modalita` di coltivazione e sul tempo opportuno per iniziare l`"intaccatura", imparando ad osservare, operare e rispettare i tempi di maturita` degli alberi, per guadagnarsi la giusta manna: "cibo degli angeli" per gli israeliti, "sudore delle stelle" per i greci, "miele di rugiada" per gli arabi. Domenica mattina, tutti al campo a conoscere l`albero della manna e gli strumenti che servono per produrla, imparando anche la tecnica della "intaccatura". E` infatti dall`incisione, procurata da un coltello ricurvo a forma di roncola, sul tronco del fraxinus ornus o del fraxinus angustifolia che fuoriesce la preziosa linfa che, raccogliendosi per una lamina d`acciaio, corre lungo un filo di nylon e scende a terra su un cladodo di ficodindia. E cosi` che si ottiene un prodotto puro, e percio` piu` pregiato: "la manna in cannoli", di cui abbiamo degustato piccole perle. A pranzo, piu` tardi, abbiamo degustata la stessa manna nella panatura del filetto del maialino nero dei Nebrodi. La manna, con i suoi effetti dolcificanti, digestivi, lassativi, depurativi, emollienti, fluidificanti; la manna, usata in preparazioni mediche e cosmetiche; la manna, prodotto senza tempo, data agli uomini da Madre Natura.
PRESENTAZIONE DI ANNA BALDANZA Buona serata a tutti. Benvenuti in terra madonita. Grazie agli Accademici, in particolare alla delegata, contessa Tanina Bartoli Gravina, ed alla consulta, per aver scelto di approfondire l`argomento "manna" e per aver incaricato me di occuparmene: ho l`opportunità di rendere omaggio, stasera, alla mia montagna, a mio padre contadino e a tutti i contadini che, in questo territorio dalla particolare orografia, hanno moltiplicato e continuano a moltiplicare la fatica nello sperimentare e trasmettere sapienza, e un omaggio anche ad un amico ritrovato. Grazie al delegato di Cefalù dell`Accademia della cucina, ing. Nicola Nocilla, ed alla sua signora; al dottor Antonio Spallina e signora; agli amici, siciliani e non, che sono arrivati appositamente da Milano. Grazie a Giulio Gelardi, maestro nella conoscenza e nella produzione della manna, che è stato subito disponibile a guidarci nella scoperta del mondo antico e magico di "lu donu di lu cielu". Prima di presentarvi Giulio, desidero fare una breve introduzione. Per usare una metafora, servendomi di termini propri dell`Accademia della Cucina, il mio proposito è quello di fare da "aperitivo": proporre qualche riflessione che stuzzichi la curiosità e prepari al "piatto forte", che ci proporrà Giulio. A Geraci Siculo, mio paese natio, si è prodotta manna fino agli anni sessanta. Io ne ho dunque dei ricordi, seppure arcaici; ho avuto modo di vedere e di mangiare la manna a casa dei miei nonni e ricordo che ci veniva raccomandato di mangiarne poca, a causa degli effetti lassativi; ricordo anche che si diceva che, quando si vedeva spuntare la "tramontana", bisognava correre a raccogliere la manna perchè, con l`umidità o con la pioggia, si sarebbe disciolta, vanificando il lavoro di un anno. Manna. Penso che la maggior parte di noi abbia conosciuto questo termine dall`ascolto o dalla lettura di brani che ci propone la Chiesa durante l`anno liturgico. Si legge infatti nel capitolo 16 del libro dell`Esodo: "Allora il Signore disse a Mosè: "Ecco io sto per far piovere pane dal cielo per voi": il popolo uscirà a raccoglierne ogni giorno la razione di un giorno..... al mattino c`era uno strato di rugiada intorno all`accampamento. Poi lo strato di rugiada svanì ed ecco sulla superficie del deserto c`era una cosa minuta e granulosa, minuta come è la brina sulla terra. Gli Israeliti la videro e dissero l`un l`altro: "Man hu: che cos`è", perchè non sapevano cosa fosse. Mosè disse loro:" E` il pane che il Signore vi ha dato in cibo....Raccoglietene quanto ciascuno può mangiarne". Gli Israeliti mangiarono la manna per quarant`anni fino al loro arrivo in una terra abitata". Due considerazioni: 1) Gli Israeliti si nutrirono di manna per quarant`anni, dunque la manna doveva avere molte proprietà e proprietà nutritive. 2) Gli Israeliti raccoglievano tutta quella che riuscivano a mangiare in un giorno: ma come facevano a mangiare tanta manna, se la manna ha reali effetti lassativi? Certo, siamo in presenza di un evento divino ed a Dio tutto è possibile; ma forse, stasera parliamo di un`altra manna? La manna, nelle sacre scritture è anche simbolo profetico dell`Eucaristia. Nella preghiera eucaristica "Ecce Panis" che si recita durante la festivita` del Corpus Domini, si legge: "Ecco il pane degli angeli, pane dei pellegrini, vero pane dei poveri: non deve essere gettato". Con i simboli è annunziato, in Isacco dato a morte, nell`agnello della Pasqua, nella manna data ai Padri...." e nel Vangelo di Giovanni, capitolo 6 vv. 51-54, Gesù dice: "Io sono il pane vivo disceso dal cielo, chi mangia di questo pane vivrà in eterno". Grazie alla manna gli Israeliti sopravvissero al deserto, grazie all`Eucaristia i cristiani vivranno oltre la vita terrena. A Geraci Siculo, nel passato, in una economia agricola-pastorale e in un rapporto fiduciario tra fornitori e consumatori, per i contadini la data piu` comoda per pagare i propri debiti era il 24 settembre, festa del Ringraziamento al patrono San Bartolo: era infatti questo il periodo in cui il raccolto agricolo veniva integrato con quello della manna. Per molte famiglie la manna era fonte di sostentamento e per renderne proficua la raccolta, in un responsorio così si invocava San Bartolo: "Se sterili son gli alberi e manna non faranno, a Lui ricorri ogni anno che vano non sarà". E ancora un proverbio recita: "San Bartuliddru cu gran facigghiuni se manna u nni fa ni lassa diuni". San Bartolo è rappresentato con un coltello in mano, simbolo del suo martirio: fu infatti scorticato vivo. Nella tradizione popolare madonita il coltello assume la forma di falce, che ricorda la roncoletta dell`intaccaloru del frassino. La manna fa parte della nostra cultura tradizionale: "aspettare la manna dal cielo" o "essere una manna" per indicare un evento inaspettato, fortunato, provvidenziale, che risolve una situazione difficile. La manna prodigio, la manna preziosa, la manna rara, oggi si produce solo in territorio di Pollina e di Castelbuono, e` ancora più pregiata perchè i frassineti ricadono all`interno del Parco delle Madonie. La manna Presidio Slow Food dal 2002, come "manna eletta delle Madonie"; produzione minore di cui preservare il valore storico, antropologico e naturalistico che rappresenta. Oggi, la storia della manna continua a farla Giulio, con i suoi studi e le sue ricerche, nonche` producendola personalmente ed insieme ad altri pochi produttori del luogo. Con Giulio condividiamo l`appartenenza a questa montagna, lui di Pollina io di Geraci Siculo; abbiamo condiviso alcuni anni di studio al liceo classico Mandralisca di Cefalù; poi ci siamo persi di vista. Lessi il nome di Giulio Gelardi da Pollina in un articolo comparso sulla rivista Rotary nel 2003/2004, in occasione di una conferenza sulla manna tenuta nell`area Drepanum del Distretto 2110 Sicilia e Malta del Rotary International. Ho avuto conferma che si trattasse della stessa persona quando nel 2011 ho accompagnato un altro gruppo di amici calatini a Geraci Siculo ed a Castelbuono ed allora l`ho cercato, ma era la terza domenica di luglio e lui, penso, stesse parlando con i suoi frassini. Quando, quest`anno, l`ho contattato telefonicamente, Giulio ha subito dato la sua disponibilità per questo incontro, precisando pero` che per raggiungere il suo campo c`era da percorrere circa un chilometro a piedi. Gli accademici calatini, curiosi ed affamati di conoscenza, non si sono affatto scoraggiati. Successivamente, quando gli ho chiesto notizie su di sè ed il suo lavoro per presentarvelo, mi ha risposto: "Tu dì che ho viaggiato molto e che circa 30/35 anni fa ho deciso di tornare in Sicilia per occuparmi di manna, imparare a produrla, studiarla come prodotto raro ed esotico". A me piace l`idea che ciascuno possa conoscerlo personalmente attraverso quanto ci racconterà stasera: una storia d`amore per la sua terra, un amore riconoscente per la sapienza tramessagli da suo padre. Sapremo finalmente cos`è la manna! Ci racconterà di quanto ha sperimentato per renderne più agevole la raccolta e soprattutto per ottenere un prodotto più puro possibile; di quanto ha sperimentato nell`utilizzo della manna in preparazioni alimentari, mediche e cosmetiche; di come utilizza a suo vantaggio azioni di insetti e animali che per noi sono solo fastidiose. Io ho solo pizzicato alcune corde sulla manna; la melodia la scrive e la produce il maestro. Stasera ci descrivera` le note dello spartito, domani conosceremo gli strumenti che servono a produrla e poi sarà melodia. La Melodia della manna. E che Dio ce la mandi buona ed abbondante, domani, la manna! Grazie Giulio! Ma come potrei personalmente ringraziare Giulio, se non con "Cosi di Dio e Cosi duci"? A voi, Giulio Gelardi. |