SULLA VIA DELLA SETA Khiwa, barbara e feroce nei tempi in cui commerciava in schiavi, Bukhara, colta per le numerose madrase frequentate anche dalle donne, Samarcanda semplicemente bella, calda Termez, Tashkent verde di parchi e giardini, passando per Shacrisabz, città natale di Tamerlano, giungendo ai confini dell`Afganistan, per visitare il sito archeologico buddista di Kara Tepe. Una piccola carovana di accademici ed amici, dal 4 al 14 ottobre, abbiamo percorso un tratto dell`antica " via della seta", il tratto che attraversa l`Uzbekistan, nell`Asia centrale. Abbiamo visitato ed ammirato moschee, minareti, madrase e mausolei risplendenti di maioliche in tutte le tonalità dell`azzurro e non solo: ricche composizioni floreali e schemi geometrici ad imitazione di antichi tappeti. Nei caravanserragli e nei bazar ci siamo esercitati nell`arte tutta orientale del mercanteggiare, lanciando e rilanciando sul prezzo della merce: "first price..." era la risposta del venditore alla richiesta del prezzo. Abbiamo ritrovato antichi mestieri, ormai rari da noi: la tessitura della seta e della lana per stoffe e tappeti, il ricamo in seta, la miniatura su carta seta, l`intaglio del legno, la forgiatura dei metalli. Abbiamo assistito a riti che sono stati anche nella nostra tradizione: il pranzo di fidanzamento e l`esposizione ai parenti del corredo della sposa, prima del matrimonio. Abbiamo gustato la cucina uzbeca: a colazione kasha (riso bollito nel latte dolcificato); a pranzo o a cena, plov (riso con ortaggi e carne stufata), shashlyk (spiedino di carne) arrostito, hunon (involtino di pasta con ripieno di carne e patate), dulma (foglie di vite o di altra verdura ripiena di carne), dimlana (carne stufata con ortaggi). Tutto preceduto sempre da una soupe di ortaggi o da un brodino di carne, per preparare lo stomaco ai cibi piccanti che seguivano, e concluso con il thè verde. Ricorderò l`attraversamento in pulman, da Bukhara a Samarcanda e poi da Samarcanda a Termez, del deserto stepposo: di tanto in tanto un gregge, che si pasce di niente, un pastore avvolto nel ciopon (un lungo cappotto imbottito), casolari in fango che si confondono con il colore della sabbia, poi...solitudine, silenzio. Non dimenticherò la spontaneità affettuosa di una anziana signora che, con gesto repentino, sostituisce un freddo sgabello con il suo coperto da cuscino, offrendomelo per fare una foto insieme. Rahmat Honim!, Grazie Signora! Anna Baldanza Ferrara
(clic sulla foto per ingrandirla) |